Strategia di valutazione
Un esperimento randomizzato
Capire se una determinata politica o un programma abbia migliorato il benessere dei suoi partecipanti è la chiave per determinare se fosse efficace o meno. Tuttavia, tale valutazione si trova di fronte ad un problema fondamentale che è indipendente dal contesto in esame e dai dati disponibili. La valutazione quantitativa degli effetti della politica richiede infatti il confronto tra i risultati per i partecipanti e i risultati che questi stessi individui avrebbero sperimentato se non fossero stati esposti alla politica. Quest’ultima quantità è detta controfattuale e, come tale, non potrà mai essere osservata: occorre quindi trovare una strategia per superare questo problema.
L’approccio più utilizzato per raggiungere questo obiettivo è identificare un gruppo di confronto, o controllo, che non ha partecipato all’intervento. Il modo migliore per costruire un gruppo di confronto, e quello che seguiamo in FORWORK, consiste nel negare in modo casuale l’accesso ai servizi offerti. Una randomizzazione attentamente pianificata e somministrata garantisce l’assenza di qualsiasi selezione sistematica, il che significa che i partecipanti e i non partecipanti sono identici da un punto di vista statistico, tranne per il fatto che solo un gruppo ha beneficiato dell’intervento. L’assenza di differenze sistematiche nella composizione degli individui “trattati” e “di controllo” consente al ricercatore di misurare gli effetti causali mediante un semplice confronto dei risultati per i due gruppi.
Il design vince la complessità. In altre parole, se il disegno della ricerca produce un trattamento randomizzato e gruppi di controllo, si può sostenere che le differenze nelle caratteristiche non osservabili sono state prese in considerazione, rispetto a una situazione in cui due gruppi che sono inizialmente molto diversi in termini di covariate osservate vengono bilanciati tramite statistiche metodi.
La valutazione quantitativa del progetto FORWORK elaborata dalla Fondazione Ing. Rodolfo Debenedetti si basa su questa idea molto intuitiva.
L’unità di intervento
Le interazioni tra i richiedenti asilo sono più probabili all’interno dello stesso centro, di quanto lo siano tra richiedenti asilo di centri differenti. Interazioni tra individui dello stesso centro possono generare esternalità tra gli individui, e in particolare se la dimensione dei centri è piccola (e questo è il caso nel nostro contesto). D’altra parte, negare in modo casuale l’accesso a individui all’interno dello stesso centro può essere politicamente sensibile ed eticamente non accettabile, e irto di problemi operativi proprio a causa delle interazioni sociali.
Per questo motivo, consideriamo i centri di accoglienza, e non gli individui, come unità statistica di intervento. In altre parole, abbiamo implementato un design clusterizzato in cui i centri di accoglienza (e non i singoli individui) sono randomizzati in gruppo di “trattamento” e “controllo”. Tutti gli individui all’interno del centro beneficeranno dell’intervento, ma non tutti i CAS parteciperanno alla sperimentazione. Naturalmente sono possibili interazioni o effetti di spillover dal trattamento ai centri di controllo. Il disegno di valutazione può in qualche modo controllare questi effetti se, ad esempio, il campionamento viene condotto considerando unità statistiche sufficientemente distanti tra loro dal punto di vista geografico.
I risultati
Uno dei principali risultati di interesse è la probabilità di trovare un lavoro. Includiamo nella definizione di lavoro anche l’apprendistato e il contratto a tempo determinato. Ciò sembra appropriato nel contesto del mercato del lavoro italiano, in cui i nuovi lavoratori in genere usufruiscono di diversi contratti temporanei prima di raggiungere una certa stabilità. Misureremo la situazione occupazionale dai dati amministrativi. Questi ultimi hanno il vantaggio di essere disponibili sia per i trattati che per i controlli.
Allo stesso tempo, riconosciamo che l’integrazione nel mercato del lavoro è un concetto multidimensionale, non limitato solamente all’effettivo status occupazionale: si estende anche alla conoscenza del mercato del lavoro locale, alla motivazione, alla ricerca di un lavoro e così via. Prevediamo inoltre di raccogliere informazioni qualitative lungo queste dimensioni aggiuntive attraverso un questionario di base e uno di follow-up. Anche in questo caso amministreremo l’indagine sia agli individui trattati che ai controlli.